L’ETERNO FASCINO DELLA MAGLIETTA A RIGHE DA MARINAIO

È un venerdì qualsiasi, ho appena dato l’esame più noioso della mia carriera universitaria e decido di farmi un regalo. Salgo sulla metro e penso all’obiettivo: accalappiare un capo d’abbigliamento senza tempo, che non mi faccia pentire dopo una stagione. Inutile dirvi che in pochi minuti ero sulla via del ritorno con una maglietta a righe bianche e blu nella busta. Caratterizzata da un taglio timidamente cropped, ma pur sempre intrisa di storia come solo lei può essere. La storia della maglia a righe La T-shirt marinière, infatti, diventa nel 1858 parte delle tenute ufficiali della Marine National, rigorosamente caratterizzata da ventuno righe bianche alternate a ventuno righe blu, per indicare le vittorie di Napoleone Bonaparte. Ma era già usanza per tutti i marinai, poiché agevolava il riconoscimento in acqua, sebbene nel Seicento gli indumenti a righe non fossero ben visti, tanto da essere denominati "stoffe del Diavolo”. Il riscatto definitivo avviene grazie a Coco Chanel, che propose la maglia a righe nel 1913 sulle coste francesi e quelle normanne tra un viaggio e l’altro. Abbandonando progressivamente l’abbigliamento balneare per avvicinarsi all’alta moda. E solo successivamente, durante gli anni Ottanta e Novanta, Jean Paul Gaultier la rivitalizza in passerella, quando ormai pittori e attori l’avevano scoperta ed usata numerose volte. E non erano gli unici perché i Nirvana, insieme ai massimi rappresentati del genere musicale grunge, poi tradotto in scelte stilistiche, l’avevano resa un must imprescindibile nel proprio armadio. Come l’immagine di Kurt Cobain con indosso una maglia a righe blu e un paio di jeans rattoppati, emblema dell’outfit-tipo dei Nineties. Consigli di stile per indossare una maglietta a righe Anche se la più nota ed apprezzata è la già citata maglia a righe blu e bianche, rigorosamente orizzontali, di varianti ne esistono: dalle linee verticali, amiche di chi vorrebbe qualche centimetro o chilo in meno, a quelle nere, spesse oppure colorate, se ci si vuole complicare la vita. E mettere a rischio l’outfit. Eppure il tricot rayé, non si sa come e perché, riesce a preservare quella versatilità che pochi indumenti possono vantare, mista ad un certo fascino. Anche nelle altre varianti meno eleganti. Proprio per il suo essere mutevole, è difficile quanto facile inserire la maglietta a righe nei propri look. Ma prima di capire come indossarla, partiamo dall'unica regola meritevole di essere rispettata: mai mischiare. Che siano trame a quadri, floreali, animalesche o diverse dalle tinte unite, le righe devono essere l’unica fantasia ammissibile in un outfit, sennò si mettono da parte per un’altra occasione. Chi vorrebbe mai vedere una T-shirt marinière su un pantalone leopardato? Credo, e spero, nessuno. Neppure i più massimalisti, in termini di stile. Ma adesso capiamo come abbinarla. Come abbinare la maglietta a righe? Righe bianche e blu (o bianche e nere) orizzontali Prendete una maglietta a righe bianche e blu, la più basica che possiate trovare, magari di Alexandre Mattiussi, sovrapponetela ad un jeans a gamba larga, copritela con un blazer grigio ghiaccio e aggiungete un mocassino nero. Senza calzino in vista, mi raccomando. Il risultato? Un outfit in perfetto stile Old Money, che rispetti la complessità del capo da cui si è partiti. Un outfit, d’altronde, adatto sia di giorno sia di sera, trasformabile in un perfetto esempio dello stile grunge chic togliendo la giacca, sostituendo la scarpa con una sneakers e prediligendo un pantalone in denim non eccessivamente over.  Righe colorate orizzontali Quando le righe sono colorate, bisogna stare attenti a non trasformarsi in un guazzabuglio di tinte. Fortunatamente di opzioni tra Uniqlo, Polo Ralph Lauren, Sunnei, Benetton e Paul Smith ce ne sono, anche ben dosate. L’importante è saper scegliere il resto. Prediligendo pantaloni dai toni scuri, e privi di trame, per ovviare cadute di stile. In questo caso, giocare con la struttura dei calzoni è d’obbligo per non annoiarsi ed annoiare: via libera a gambe larghe, larghissime o zampe d’elefante, pure pantaloni a palloncino. Poi le scarpe possono variare in base all’occasione. Che sia una sneakers pulita di Santoni, un’altra più ricercata - e dal sapore inglese - di Clarks, una stringata semplice o una Puma alta (e anni Novanta). Tanto il soggetto sarà sempre la maglietta a righe colorate.  Righe verticali Ma attenzione, c’è anche chi le righe le preferisce verticali. Che a differenza di quelle orizzontali, agevolano più o meno tutti. Dolce&Gabbana ne ha prodotte tante di magliette così, ispirandosi alle tipiche T-shirt da football, come l’emergente Marcello Pipitone con i suoi espliciti riferimenti alle squadre di calcio, soprattutto al Milan. Quindi alle magliette a righe verticali. Le regole da seguire sono sempre le stesse, ricordandosi di sperimentare con cautela perché la maglia tanto amata può trasformarsi in una pessima scelta. Questo non deve limitarvi nella sperimentazione, alla fine state indossando le stesse stripes presenti sulla bandiera degli Stati Uniti, apparsa nel 1777, che simboleggiano i diritti garantiti dalla Costituzione. Più libertà di così, non ce n’è, anche nella moda.

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